Come dicevo, il 21 dicembre scorso mi è stata pubblicata una traduzione che ho realizzato più che altro per interesse personale: Abafi, di Miklós Jósika, primo romanzo storico della letteratura ungherese.
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Quarta di copertina
Sullo sfondo degli splendidi paesaggi della Transilvania del tardo sedicesimo secolo, in un alternarsi di realtà storica e fantasia si svolge, tra avventure, amori tormentati, battaglie, congiure e misteri, la catarsi morale di Olivér Abafi, giovane cavaliere di nobile famiglia. La determinazione, la gratitudine e il sacrificio sono le colonne portanti di quest'opera senza tempo, primo esempio di romanzo storico della letteratura ungherese.
Estratto dalla "Nota alla traduzione"
Una breve citazione
"Può succedere infatti che un barlume di coscienza, un istinto recondito od un moto psicologico facciano finalmente affiorare l’umano; e questo umano prende le redini del suo ospite, se ritiene che abbia scelto la direzione sbagliata; e quindi combatte, confuta, supera e sottopone le sue azioni al giudizio della propria coscienza, che magari agisce non a fin di bene, ma per motivi diversi..."
Cenni biografici sull'autore
Miklós Jósika (Torda 1784 - Dresda 1865) nasce in una famiglia nobile (erediterà dal padre il titolo di barone), ma conduce un’infanzia solitaria. Dopo una precoce laurea in giurisprudenza, intraprende la carriera militare nell’esercito austro-ungarico e partecipa tra l’altro alla campagna d’Italia, durante le ultime fasi dell’era napoleonica. Entra in contatto con l’ambiente romantico mitteleuropeo e ne rimane affascinato. Dichiaratamente ispirato all’opera di Walter Scott, comincia così una prolifica carriera letteraria, con una netta predilezione per il romanzo storico. Con Abafi (1836), prima opera ad essere pubblicata, traccia le basi di tale genere nella letteratura magiara e riscuote un considerevole successo di critica e pubblico. Si dedicherà attivamente anche alla politica, ma le sue idee riformiste gli causeranno non pochi problemi e sarà costretto all’esilio.